“La Gen Z è depressa e fa poco sesso”: i risultati inaspettati di una ricerca internazionale

“La Gen Z è depressa e fa poco sesso”: i risultati inaspettati di una ricerca internazionale

La Generazione Z, ossia quella delle persone nate tra i medio-tardi anni novanta del XX secolo e i primi anni 2010, è l’osservata speciale di una speciale ricerca che mette il focus sullo stile di vita, sia a livello economico che emotivo e relazionale. Se è vero che le persone appartenenti a questa generazione sono più ricche delle altre, è anche vero che sono più depresse e fanno meno sesso.

The Economist fa sapere che circa la metà dei nati tra il 1997 e il 2012 ha, nei Paesi ricchi, un lavoro. In America alcuni di loro ricoprono già ruoli importanti come amministratori delegati e politici. Tuttavia la tranquillità in ambito professionale, non va di pari passo con quella mentale. Buona parte di questi ragazzi infatti deve fare i conti con disturbi come l’ansia.

Al tal proposito Jonathan Haidt, psicologo sociale della New York University, ha pubblicato un libro, The Anxious Generation, in cui mette in evidenza come gli Zoomers siano meno portati a costruire relazioni rispetto al passato. Non solo: hanno maggiori probabilità di essere depressi e fanno meno sesso. Secondo i dati ufficiali gli americani di età compresa tra i 15 e i 24 anni trascorrono in media solo 38 minuti al giorno a socializzare di persona, rispetto a quasi un’ora negli anni 2000. La colpa, secondo Haidt, sarebbe degli smartphone e dei social media. Non a caso a livello internazionale si sta pensando a come regolamentarne l’uso.

In Italia, come riporta l’Adnkronos, nelle classifiche dell’Unione europea siamo il Paese con il più alto tasso di Neet, ovvero di giovani che non lavorano e non si formano. Il calo delle nascite, inoltre, ha messo in crisi il ricambio generazionale anche aziendale: questo vuol dire che non ci sarà uno zoomer per ogni baby boomer che andrà in pensione nei prossimi quattro anni. In questo senso il futuro – incerto – della Generazione Z non è così distante da quello dei Millennials.